Le Nozze di Figaro a Verona: un grande Gabriele Sagona.
Gabriele Sagona, Christian Senn e Ekaterina Bakanova, decretano il successo de Le nozze di Figaro di Mozart a Verona.
L’opera comica Le nozze di Figaro di W.A.Mozart ha debuttato sabato 31 marzo alle ore 15.30 al Teatro Filarmonico di Verona. L’elegante e tradizionale allestimento del Teatro San Carlo di Napoli con la regia di Mario Martone ripresa da Raffaele Di Florio, le scene di Sergio Tramonti e i costumi di Ursula Patzak, la coreografia di Anna Redi ed il lighting design di Pasquale Mari ripreso da Fiammetta Baldiserri, è risultato, anche se datato, ancora in auge e degno di apprezzamento da parte del pubblico veronese intervenuto che ha entusiasticamente applaudito tutti coloro che hanno reso possibile la sua realizzazione.
Le Nozze di Figaro mozartiane, titolo tra i titoli del compositore salisburghese, suscitano all’ascolto sempre un gran piacere per la sua costruzione e, come in questo caso, l’esaltazione dei personaggi che diventano reali con i pregi e difetti dell’essere umano. Divertente, spensierata, con qualche gag intelligentemente inserita dal regista, si gusta tra l’andirivieni dei tanti personaggi che la compongono, diversi tra loro per estrazione sociale, in cui ritroviamo, Conti e Contesse, paggi, e pettegoli; sotterfugi ed equivoci stanno alla base di tutta l’opera, in un turbinio irrefrenabile che solo Mozart ha saputo sapientemente modellare musicalmente.
Alla guida dell’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, ritroviamo il giovane e affermato direttore romano Sesto Quatrini, che dirige in maniera frizzante e precisa. Qualche scollamento lo abbiamo notato nel primo e nel secondo atto, dove la tensione della prima era palpabile, ma che con maestria lo stesso ricompone con grande stile nel terzo e nel quarto, dove i tempi, gli insiemi ed anche i recitativi sono risultati più distesi, fondendosi in un unicum che hanno reso grande l’attenta e minuziosa interpretazione di Quatrini.
Tra gli interpreti spicca il Conte di Almaviva affidato a Christian Senn: bel timbro robusto e rotondo, attenzione e riguardo per la dizione e gusto musicale hanno reso la sua interpretazione di altissimo livello, che fugge da manierismi non consoni. Ottimo scenicamente ed anche elegante e ben curato.
La Contessa, interpretata da Francesca Sassu, è stata gradevole. Bello il colore vocale, l’uso dei fiati e dei fraseggi; sono mancati, però, alcuni filati che ci si aspettava, specie nelle due arie “Porgi, amor, qualche ristoro” e “Dove sono i bei momenti”. Belli i duetti e gli insiemi con i colleghi.
Di grande spessore il Figaro di Gabriele Sagona, che portava in scena per la prima volta nella sua carriera. Il piglio e l’arte scenica di Sagona hanno delineato un Figaro di tutto rispetto che, insieme al Conte di Senn, emerge per brillantezza vocale, sicurezza e bella estensione. Ottimo sotto tutti i punti di vista ne esce vittorioso ed applauditissimo.
Ekaterina Bakanova vestiva i panni di Susanna: spiritosa, attenta e ben centrata nel ruolo, eccelle per precisione, spirito ed omogenea vocalità. Una Susanna aggraziata quindi e decisamente curata quella che ha regalato al pubblico veronese.
Meno centrata nel ruolo il Cherubino di Aya Wazikono: purtroppo, a parte riconoscerle una buona arte scenica e mimica, la voce, in questo ruolo, non le rende giustizia. E’ risultata abbastanza sbiadita e monotonale.
Degna di nota la Marcellina di Francesca Paola Gerretto, elegante e pungente al punto giusto, ha tenuto banco al Bartolo sbiadito vocalmente di Bruno Praticò, che dall’alto di una luminosa carriera è caduto ad un parlato intonato, ma ancora tenace e scenicamente efficace.
Bene anche il resto del cast: il Basilio di Bruno Lazzaretti, il Don Curzio di Paolo Antognetti, la giovane Barbarina di Lara Langhi e l’Antonio di Dario Giorgelè.
Ottimo, come sempre, il Coro istruito da Vito Lombardi.
Lunghi e scroscianti applausi finali per tutti decretano così il pieno successo della serata, ma non sono mancate ovazioni ai protagonisti principali, tra i quali: Gabriele Sagona, Ekaterina Bakanova, Christian Senn.
Si replica il 3, il 5 e l’8 aprile 2018.
La recensione si riferisce alla prima del 31 marzo 2018.
Salvatore Margarone
Photo©Ennevi